Giacobbe Maria - 1995 - Gli arcipelaghi by Giacobbe Maria

Giacobbe Maria - 1995 - Gli arcipelaghi by Giacobbe Maria

autore:Giacobbe Maria [Giacobbe Maria]
La lingua: ita
Format: epub, mobi
Tags: Fiction, General
ISBN: 9788889801697
editore: Il Maestrale
pubblicato: 2008-06-14T22:00:00+00:00


Ai miei scossoni lasciava penzolare il capo senza rea-

– Dimmi dove sono andati e ti slego, altrimenti as-gire, come privo di vita, fissandomi con quegli occhi petta e sentirai che cosa ti faccio! – gli risposi, e atte-rovesciati al bianco che sembravano sul punto di schiz-si un momento.

zargli dalle orbite. Avrei potuto schiaffeggiarlo, ma ca-

– Non so nulla, vi giuro sull’anima mia! – gridò. E

pii che sarebbe servito solo a eccitare ancora di più la se non avessi avuto la certezza che mentiva, avrei quasi mia ira, senza farmi ottenere da lui ciò che mi occor-potuto credergli.

reva sapere, e subito.

Quando già lo sollevavo per calarlo nel pozzo, si udì Sapevo dove si trovava il loro pozzo perché non era un tuono che rotolava nel cielo dove la luna conti-la prima volta che passavo da quelle parti, ma glielo nuava a mostrarsi e a nascondersi in mezzo alle nuvole, domandai, sperando che ciò l’avvertisse delle mie in-e capii che non c’era tempo da perdere. Non potevo tenzioni e bastasse per fargli paura. Invece sembrò non avere pietà, anche se non averne era impossibile.

capire e continuò a guardarmi con quegli occhi di be-Lo calai nel pozzo con precauzione, per evitare che stia moribonda, senza rispondermi. Ce lo trascinai, e la sbattesse contro le rocce che sporgevano dalle pareti. E

sua mancanza di resistenza di nuovo eccitava le mie lui: – Che cosa mi fate? – gridava, e sembrava davvero manifestazioni d’ira, mentre l’ira stessa si sgonfiava non aver capito che cosa gli stavo facendo. Come se dentro di me, come del latte in ebollizione quando un mai nessuno gli avesse raccontato che così si faceva a soffio ne sfiora la superficie.

quelli che sapevano e non volevano parlare.

Ma non c’era niente da fare, non era per sfogare la Quando udii il tonfo dei suoi piedi che raggiunge-mia ira che facevo ciò facevo. Dopo quella lunga stavano l’acqua, fermai la fune e, affacciato a quel cerchio gione di siccità, pensavo che il pozzo dovesse essere buio, gli gridai:

quasi asciutto e, per un momento, la paura del ridicolo

– Racconta dove sono andati, disgraziato, senza far-di calarlo in un pozzo senz’acqua si mescolò alle altre mi perdere altro tempo. Altrimenti taglio la fune e preoccupazioni.

non sarai ripescato che quando il fetore della tua caro-Avevo chiuso il cane nella capanna, perché il suo ab-gna avrà chiamato tutti i corvi e gli avvoltoi dell’isola.

baiare mi stava dando sui nervi e ora, mentre lo lega-Non rispose neppure allora, e io cedetti un tratto di vo, il ragazzo mi domandava, in una specie di lamen-fune sino a che l’acqua stava per coprirlo e la sua voce, to mescolato a quell’irritante rumore di grandine dei debole, agitata e come lontanissima, non disse quasi in suoi denti che non avevano smesso di battere: un singhiozzo: – Il sentiero di Salaghìa!

– Che cosa mi fate, zio Antonio, che cosa mi fate?

Lo tirai su e, prima di rimettermi al galoppo nella 128

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